martedì 8 settembre 2009

Sesso in gravidanza: consigli e rischi

La gravidanza ha spesso conseguenze pesanti sull’attività sessuale dei futuri genitori. I motivi che spingono le coppie ad interrompere o a ridurre drasticamente i loro rapporti intimi possono essere di varia natura. Molto spesso a portare all’astinenza sono fattori esclusivamente psicologici, legati alle convinzioni etiche e morali delle persone. Può infatti accadere che i futuri genitori si sentano a disagio nel praticare sesso in gravidanza, vedendo la cosa come un atto amorale o comunque poco appropriato alla situazione. Per ciò che riguarda la donna poi, le trasformazioni fisiche la portano spesso alla convinzione di non essere più attraente e la spingono a rifiutare l’idea di avere rapporti intimi.

Accade però anche che le future mamme e i futuri papà decidano di astenersi dall’avere rapporti perché convinti dell’esistenza controindicazioni mediche. A tal proposito è opportuno precisare che il sesso in gravidanza non è assolutamente dannoso per il feto e che, se la gravidanza procede senza problemi particolari, non provoca alcuna complicazione. Il bambino nel ventre materno è ben protetto dal sacco amniotico ed è pressoché impossibile che possa essere compresso durante un normale rapporto. Spesso poi si ha paura di poter trasmettere microbi e quindi causare infezioni al feto. Anche questo timore risulta assolutamente infondato da un punto di vista medico: il collo dell’utero è isolato da una mucosa che sbarra l’accesso ad ogni tipo di microbo, proteggendo il bambino al 100%.

Esistono però alcune particolari situazioni che, valutate insieme al proprio medico, possono portare alla giusta decisione di interrompere l’attività sessuale durante i mesi della gravidanza. In particolare, è bene non avere rapporti sessuali nel caso di:

• Minacce di aborto;
• Predisposizione ai parti prematuri;
• Forte dilatazione del collo dell’utero;
• Perdita di liquido amniotico
• Rischio di distacco della placenta;
• Presenza di più di un feto.

In generale, è consigliabile evitare i rapporti sessuali ogni volta che si è di fronte a complicazioni che rendono la gravidanza a rischio. Andrebbero inoltre evitati i rapporti completi nelle ultime settimane della gravidanza, poiché in questo caso esiste la possibilità di stimolare la nascita prematura.

Ultime settimane a parte, durante una gravidanza a decorso fisiologico (a basso rischio) è giusto che la coppia conservi una normale vita sessuale, per fare in modo che questo straordinario evento venga vissuto in totale serenità, senza lo stress che può insorgere a seguito di privazioni inutili. C’è poi da sottolineare che l’attività sessuale subirà inevitabilmente un calo nel periodo post-parto e in questo caso sì che sarà obbligatoria l’astensione. Dopo il parto, sia esso naturale o cesareo, è giusto interrompere i rapporti sessuali per un periodo variabile fra uno e tre mesi. Molto spesso infatti anche nel caso di parto naturale è necessario eseguire un piccola sutura che impedisce alla donna di avere rapporti nel puerperio. In questo periodo un ostacolo è spesso rappresentato dallo stato psicologico della neo mamma che può essere vittima di stati depressivi più o meno profondi. Non è poi da sottovalutare la fatica e lo stress che inevitabilmente si vivono quando arriva un neonato: tra poppate, biberon e cambi del pannolino capiterà molto spesso di doversi svegliare in piena notte e a quel punto la stanchezza potrebbe prevalere su ogni tipo di desiderio.

Una convinzione che va assolutamente sfatata è quella che nel periodo dell’allattamento non sia possibile restare incinta e che si possano quindi avere tranquillamente rapporti non protetti. L'allattamento, grazie agli alti livelli di prolattina in circolo, è in grado di ridurre l’attività ovarica ma non di annullarla e molto spesso capita che, poco dopo il parto, ricomincino ovulazioni periodiche.

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