martedì 1 settembre 2009

Ragadi del capezzolo

L’allattamento al seno è una delle esperienze più belle che una donna possa vivere. A volte però insorgono fastidi e problemi che scoraggiano le mamme dal continuare ad allattare il bambino al seno e le spingono ad optare per il biberon. Uno di questi problemi è rappresentato dalle ragadi del capezzolo. Le ragadi sono piccoli tagli che si formano sul capezzolo o sul bordo dell'areola rendendo l’allattamento fastidioso o addirittura doloroso. Le principali cause delle ragadi sono l’errata postura del bimbo durante l’allattamento e l’errata tecnica che la mamma utilizza per offrire il seno al piccolo ma possono essere favorite anche da altri fattori, come l’eccessiva durata delle poppate e le specifiche caratteristiche della cute della mamma. Inoltre c’è una maggiore predisposizione nel caso del capezzolo retratto, che può rendere particolarmente ostico l’attaccamento del piccolo al seno.

Esistono però alcune semplici regole che, se seguite, possono ridurre il rischio di comparsa di ragadi sui capezzoli oppure favorire la loro guarigione:

• quando si comincia l’allattamento la mamma dovrebbe, aiutandosi con le dita, comprimere leggermente la zona intorno al capezzolo così da agevolare l’ingresso nella bocca del piccolo;

• il bambino deve essere sistemato in una posizione che gli consente di attaccarsi al capezzolo prendendo in bocca l’intera areola e non soltanto la punta;

• le poppate non devono mai durare più di 15 minuti ed è necessario alternare i capezzoli;

• quando la poppata è terminata bisogna cercare di fare in modo che il piccolo apra la bocca prima di allontanarlo dal seno, per esempio introducendo un dito tra le sue labbra;

• dopo la poppata è opportuno lasciare respirare un po’ i capezzoli evitando di ricoprire il seno immediatamente;

• è bene lavare il seno soltanto con acqua e sapone neutro e cercare di mantenerlo sempre asciutto.


C’è anche chi consiglia di effettuare specifiche manovre di preparazione del seno attraverso esercizi di stiramento o applicazioni di alcool. Queste pratiche sono in realtà da evitare in quanto possono danneggiare i tessuti e renderli più soggetti a lacerazioni. Non bisogna fidarsi nemmeno dei tanti detergenti antiragadi in commercio perché, pur non essendo dannosi, non è mai stata provata la loro efficacia.

Tra i vari accessori per l’allattamento ce ne sono però alcuni che possono risultare molto utili, come i dischetti che si inseriscono tra il capezzolo e il reggiseno. Questi, oltre ad assorbire le piccole perdite di latte, consentono di proteggere il seno dallo sfregamento con i tessuti evitando che l’irritazione del capezzolo peggiori.

Anche se spesso sono molto dolorose le ragadi non devono essere motivo di preoccupazione e non devono spingere la mamma ad abbandonare l’allattamento al seno. Infatti, se la postura del bimbo viene subito corretta e si seguono le piccole regole elencate, le ragadi tendono a scomparire nel giro di pochi giorni e difficilmente si ripresentano. Attenzione però a non sottovalutarle troppo: le ragadi possono favorire l’insorgenza di piccole infezioni o di forme di mastite. Per evitare che ciò accada è necessario prestare attenzione all’igiene de seno e lavare le mani prima della poppata.

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