martedì 28 luglio 2009

L’attività fisica in gravidanza

Molto spesso ci si chiede se sia giusto o sbagliato svolgere attività fisica durante il periodo della gravidanza. Se la gravidanza procede senza problemi non esiste alcuna controindicazione allo svolgimento di attività fisica, anzi, lo sport nei mesi dell’attesa può avere effetti decisamente positivi. Lo sport in gravidanza infatti ha ripercussioni positive sull’umore, aiuta a rilassarsi e a scaricare lo stress e, soprattutto se praticato fin dal primo trimestre, aumenta la capacità di trasporto di ossigeno e di sostanze nutritive indispensabili per il feto. Inoltre l’esercizio fisico aumenta l'efficienza degli apparati cardiocircolatorio e respiratorio consentendo alla mamma di sostenere meglio la gravidanza e il parto. Ma non è tutto: un movimento regolare migliora la circolazione negli arti inferiori, evita un eccessivo aumento della massa corporea e riduce il rischio di diabete gestazionale e gli episodi di lombalgia. Ovviamente bisogna sempre ricordarsi che la gravidanza è una condizione particolarmente delicata e che quindi ogni cosa deve essere fatta con le dovute cautele, compreso lo sport. L’attività fisica in gravidanza quindi va fatta con attenzione, con moderazione e, naturalmente, con il benestare del ginecologo. Nessun tipo di attività motoria deve essere svolta in presenza di complicazioni o rischi particolari che, naturalmente, solo un medico può valutare.

Ma quali sono le attività fisiche più adatte alle donne in dolce attesa?

Le passeggiate

La cosa più semplice e meno faticosa che si possa fare è una bella passeggiata all’aria aperta. L’ideale sarebbe dedicare a quest’attività almeno mezz’ora al giorno, avendo cura di scegliere luoghi lontani dal traffico e dallo smog, come i parchi o i giardini pubblici. Le passeggiate sono l’ideale anche per godersi alcuni momenti di rilassatezza e possono essere svolte dall’inizio della gravidanza fino agli ultimi mesi. Inoltre camminare può essere un ottimo modo per riacquistare la forma fisica dopo il parto: una bella passeggiata insieme al bimbo, con il passeggino o con un comodo marsupio porta-bebé è un’esperienza utile e piacevole.

La bicicletta


Anche un bel giretto in bicicletta può essere utile e piacevole per le donne in gravidanza. Bisogna però considerare che la bicicletta espone maggiormente al rischio di cadute, ed è quindi consigliabile evitare di pedalare in strada o in zone con pavimentazione sconnessa. Anche in questo caso il luogo ideale è il parco, dove l'aria è migliore e non ci sono automobili. La cyclette è invece utile per prevenire la ritenzione idrica a carico delle gambe.

La piscina


Il nuoto è senza dubbio l’attività fisica più indicata per le donne in dolce attesa, specialmente se i primi mesi della gravidanza sono già passati. Infatti, se fino al quarto mese di gestazione sono praticabili attività aerobiche di livello leggero, nei mesi successivi, dato l’aumento di peso e la conseguente riduzione della mobilità, lo sport più adatto è proprio il nuoto. Il nuoto è uno sport facilmente praticabile anche quando si verifica un aumento della massa corporea e rimane quindi adatto fino alla fine della gravidanza. Oltre al nuoto, in acqua è possibile svolgere anche altre attività, come l’acquagym e lo swimgym (aquagym + nuoto).

La ginnastica specifica


Esistono, in alcuni consultori e alcune palestre, degli specifici corsi di ginnastica pre-parto, che comprendono esercizi per la colonna vertebrale, esercizi per i muscoli addominali e esercizi di rilassamento. La ginnastica specifica è studiata appositamente per portare benefici alla gestante senza farle compiere eccessivi sforzi. Si tratta di esercizi volti a stimolare l’apparato cardiovascolare, al fine di favorire il trasporto di sostanze nutritive al feto. Inoltre questi esercizi sono efficaci per la prevenzione della ritenzione idrica e delle vene varicose. Esiste anche la ginnastica specifica post-parto, appositamente concepita per aiutare il corpo a riacquistare la piena forma dopo un evento che, inevitabilmente, gli ha causato non poco stress. L’aumento di peso, i sovraccarichi della colonna vertebrale, l’allattamento e tutto ciò che un parto comporta possono provare molto il corpo di una donna. Niente paura però, basta un po’ di tempo e un po’ di pazienza e tutto tornerà alla normalità.

giovedì 23 luglio 2009

Guida sui seggiolini auto

I seggiolini auto fanno parte dei cosiddetti dispositivi di ritenuta per bambini sui veicoli poiché, a differenza di un adulto, un bambino non è grado di stare seduto sul sedile dell’automobile in posizione ferma e salda; di conseguenza sono gli strumenti più sicuri per trasportare il nostro piccolo in automobile affinché stia seduto sul sedile posteriore in tutta sicurezza.

E’ essenziale, quando acquistiamo il seggiolino auto, assicurarsi che sia omologato in base alle normative in vigore previste dalla legge, ovvero costruito con materiali robusti, verniciato con colori atossici e non avere sporgenze e spigoli che possano rappresentare un pericolo per il nostro bambino.
Il seggiolino auto è composto da schienalino anatomico, seduta profonda e confortevole, sistema di chiusura delle cinture di ritenuta (anche dette cinghie) e sparti-gambe per assicurare maggiore stabilità al bambino.

Classi di appartenenza dei seggiolini auto

Considerando tutti i tipi e le marche in vendita al giorno d’oggi, come Chicco, Inglesina, Peg Perego e molte altre, è comprensibile chiedersi come possiamo scegliere il seggiolino per auto più adatto a noi e al nostro bambino.
Per questo motivo vorremmo cercare di aiutarvi con questa piccola guida per illustrarvi le diverse tipologie e classi di appartenenza:

- Gruppo 0
Fino a 10 kg (9 mesi circa)
E’ la cosiddetta navicella, ovvero una culla imbottita il cui fissaggio avviene grazie alle cinture dell’auto, le quali permettono di lasciare il bambino sdraiato. La navicella si monta esclusivamente sul sedile posteriore e si aggancia con le cinghie alle cinture di sicurezza dell’auto.

- Gruppo 0+
Fino a 13 kg (12 mesi circa)
L’ovetto, così chiamato perché simile ad una culla, si può montare sia sul sedile posteriore che anteriore e sempre nel senso contrario a quello di marcia; laddove presenti, gli airbag devono essere disattivati.

- Gruppo 0/1
Fino a 18 kg (4 anni circa)
Questa tipologia di seggiolino auto ha una seduta anatomica spaziosa e confortevole; ha una duplice collocazione: fino ai 13 kg può essere montata sul sedile posteriore o anteriore e nel senso opposto di marcia; dai 13 kg in poi, in direzione uguale al senso di marcia ma sul sedile posteriore, in quanto il bambino inizia a diventare grande e posizionarlo sul sedile anteriore può essere pericoloso.

- Gruppo 1
Da 9 kg a 18 kg (da 9 mesi a 4 anni circa)
Il seggiolino del Gruppo 1 si monta sul sedile posteriore e sempre in direzione uguale al senso di marcia.

- Gruppo 1/2/3
Dai 9 ai 36 kg (da 9 mesi a 12 anni circa)
Seggiolino auto dotato di pratico appoggiatesta regolabile in altezza e facilmente adattabile alla corporatura del bambino. Deve essere posizionato sul sedile posteriore e in direzione uguale al senso di marcia; questa tipologia non è reclinabile ed ha lo schienale staccabile per poterlo utilizzare come booster quando il bambino raggiungerà i 22 kg.

- Gruppo 2/3
Da 15 kg a 36 kg (da 3 anni a 12 anni circa)
Per questa tipologia si può scegliere tra il seggiolino auto dotato di schienale e quello costituito solo dalla seduta (ovvero il booster). Si posiziona sul sedile posteriore e in direzione uguale al senso di marcia.

- Seggiolini Isofix
I seggiolini Isofix sono dotati del sistema più innovativo e sicuro per agganciare il seggiolino all’automobile. Infatti, grazie a questo dispositivo, il seggiolino non si fissa semplicemente al sedile, ma diventa parte integrante della scocca dell'auto. Prima dell’acquisto è importante verificare se la propria automobile è predisposta al montaggio di un seggiolino Isofix.

Guidate con prudenza

Prima di qualsiasi consiglio per acquistare il seggiolino auto, ricordate sempre di guidare con prudenza e di fare attenzione alla guida altrui che spesso è causa di episodi spiacevoli.
Inoltre, quando viaggiate in auto con il vostro bambino, verificate di aver chiuso correttamente i sistemi di bloccaggio del seggiolino per auto e non lasciate mai il piccolo seduto sul seggiolino senza assicurarlo con le apposite cinture.

mercoledì 22 luglio 2009

Bimbomarket NON va in vacanza!

Bimbomarket non vi lascia mai soli, nemmeno d’estate!

Anche durante i mesi estivi, come in tutto il resto dell’anno, vi garantiamo un servizio completo al 100%.

I nostri prodotti, la velocità delle nostre consegne e la cortesia del nostro servizio clienti rimangono a vostra disposizione per tutta l’estate, anche ad Agosto!

In più, fino al 2 agosto, un fantastico sconto per tutti i vostri acquisti!

Collegatevi su www.bimbomarket.it, scegliete i vostri prodotti e acquistateli utilizzando il codice coupon BMSUMMER: riceverete uno sconto del 10%!*


Bimbomarket, un mondo a prova di bimbo…

...anche d’estate!


(*)Sconto valido su tutto il catalogo escluse le categorie Sistemi Combinabili e Pannolini.

Offerta valida fino al 02/08/09 non cumulabile con altre offerte in corso.

martedì 21 luglio 2009

Bimbomarket ha vinto il PREMIO WEB ITALIA!

Giovedì 16 luglio a Città Sant’Angelo, in provincia di Pescara, si è tenuta la cerimonia di consegna della settima edizione del PREMIO WEB ITALIA.



Siamo felici di annunciarvi che Bimbomarket è stato premiato come miglior sito di e-commerce!

Questo è un riconoscimento che ci riempie di orgoglio e ci invoglia a continuare nel nostro quotidiano lavoro al servizio di voi genitori e dei vostri bimbi.

Dedichiamo il premio a tutti i nostri affezionati clienti!

Guida all’uso e alla scelta del ciuccio

Il gommotto, più comunemente noto come ciuccio, è il principale amico della maggior parte dei neonati. Secondo le statistiche il 70% dei neonati utilizza il ciuccio regolarmente. Niente di strano se si considera che i bambini hanno un naturale istinto di suzione anche prima di nascere. Capita spesso infatti che nelle ecografie fatte in gravidanza il bimbo appaia con il pollice in bocca e poi, dopo la nascita, egli dedica gran parte dei suoi momenti di veglia alla suzione, che si tratti del seno materno, del biberon o del ciuccio.

Spesso si sente dire che il ciuccio è pericoloso in quanto può portare a malformazioni del palato e delle arcate dentarie, ma in realtà il ciuccio non è affatto nocivo per la salute del bambino, basta usare quello giusto nel modo giusto.

Come usarlo

Una prima regola da seguire consiste nell’evitare di far fare al piccolo un uso eccessivo del gommotto e limitarne l’utilizzo ai primi 3 anni di età. Bisogna iniziare a ridurne l’uso già intorno ai due anni, in modo da favorire un graduale distacco da parte del bimbo. È invece utile ricorrere al ciuccio tutte quelle volte che il bimbo appare in difficoltà, come ad esempio quando non prende sonno oppure in caso di coliche gassose. In certi momenti per il piccolo avere qualcosa da succhiare è un modo per scaricare la tensione e lo aiuta a sentirsi più tranquillo e sereno. È consigliabile avere a disposizione più di un ciuccio, in modo da poterli alternare e da poter sostituire prontamente quelli con la tettarella deteriorata. È bene inoltre portarne sempre uno di riserva quando si esce di casa, in modo da poter effettuare una sostituzione in caso di cadute o smarrimenti. I ciucci però dovrebbero essere tutti dello stesso tipo perché il bambino tende ad abituarsi ad un solo tipo ed è molto difficile convincerlo a cambiarlo da un momento all’altro. Per una corretta conservazione i gommotti devono essere custoditi negli appositi cappucci puliti e devono essere sterilizzati prima di ogni utilizzo. È invece assolutamente sconsigliabile immergere i ciucci nel miele o nello zucchero in quanto questo va inevitabilmente ad aumentare la probabilità che nei denti del piccolo insorgano delle carie.

Quale scegliere

In base alla forma delle tettarelle esistono tre principali tipi di ciuccio: a goccia, a ciliegia e anatomico. Per evitare che a lungo andare possano sorgere problemi ai denti o al palato, gli specialisti consigliano di utilizzare ciucci con tettarelle anatomiche, in grado di adattarsi meglio alla forma della bocca del piccolo. Tuttavia anche per i ciucci anatomici l’utilizzo eccessivo e prolungato rimane sconsigliabile.

I materiali con i quali vengono realizzate le tettarelle sono sostanzialmente due, il silicone ed il caucciù. Il silicone rispetto al caucciù è più resistente alle lacerazioni ed è quindi particolarmente adatto ai bimbi piccoli che ancora non hanno visto spuntare i primi dentini. Quando invece il bimbo inizia a mordere il gommotto con i denti un materiale più resistente come il caucciù risulta maggiormente adatto.

La mascherina che sostiene la tettarella può invece essere, oltre che di silicone e di caucciù, anche di plastica. I ciucci con mascherina morbida risultano particolarmente adatti ai bimbi piccoli, specialmente se devono essere usati durante la nanna. La mascherina può avere forme diverse, ma le più diffuse sono le mascherine tonde e quelle a farfalla. Le prime sono di solito realizzate in caucciù o in silicone e sono quindi morbide, in grado di non infastidire il bambino. Quelle a farfalla invece sono realizzate in plastica rigida e quindi possono risultare più fastidiose in caso di pressione. Le mascherine a farfalla sono però meno ingombranti e sono di solito contraddistinte da colori vivaci, il che le rende particolarmente apprezzate dai bimbi più grandicelli.

In ogni caso, per l’acquisto del ciuccio è consigliabile affidarsi alle migliori marche specializzate nei prodotti per bambini: in certi casi la qualità deve essere il primo criterio di scelta.




mercoledì 15 luglio 2009

Esami e controlli post-parto

Dopo mesi di attesa e l’esperienza del travaglio, il tuo bambino finalmente è venuto al mondo e per te, mamma, è un momento davvero magico; sentirlo piangere per la prima volta ti sembrerà un vero miracolo e non vedrai l’ora di stringerlo fra le tue braccia.
Subito dopo il parto, però, vi aspettano una lunga serie di esami per verificare che entrambi stiate bene, per questo è bene approfittare dei pochi giorni che si hanno a disposizione nel reparto maternità per cominciare a conoscere il tuo bambino e per riposarti.

I primi esami del neonato

Appena nato, mentre guardi il tuo bimbo che dorme tranquillo nella sua culla, la prima domanda della mamma è comune e comprensibile: “Come sta il mio bambino?”. Preoccupazione legittima, subito soddisfatta dal medico e dall’ostetrica i quali, nei primi minuti che seguono il parto, lo esaminano dalla testa ai piedi per verificare le sue funzioni vitali ed escludere eventuali complicazioni. Scopriamo insieme in cosa consistono i primi controlli del nostro piccolo.

- l’indice di Apgar: è un punteggio che valuta lo stato di salute del neonato al momento della nascita e viene calcolato al suo primo e quinto minuto di vita; a seconda del risultato ottenuto, la vitalità del bambino viene giudicata buona o media. L’indice ideale è di 10/10, il quale corrisponde ad un ritmo cardiaco superiore a 100, un pianto sonoro, buoni riflessi ed una pelle rosa. Fra 3 e 7, invece, significa che il bambino mostra segni di affaticamento, in quanto anche per lui il parto comporta un notevole sforzo. Questo esame è molto importante, infatti, nel caso in cui fosse negativo, il neonato viene subito condotto in rianimazione

- controllo del suo aspetto e della funzionalità degli organi

- esame neurologico: viene effettuato per osservare la forza muscolare e una serie di riflessi legati all’ipertonia naturale del bambino

- controllo della vista e dell’udito

- prelievo di sangue: viene effettuato un piccolo prelievo dal tallone; le gocce di sangue vengono assorbite su un particolare cartoncino, inviato poi in laboratorio per essere analizzato. Questo prelievo è indispensabile per verificare che il bebè non sia affetto da una malattia congenita (ipotiroidismo, fenilchetonuria, fibrosi cistica) sulla quale si può intervenire con successo solamente se riconosciuta tempestivamente

- in caso di eventuali dubbi da parte del medico, verrà effettuata una serie di esami più approfonditi durante la permanenza in maternità

I controlli della mamma

Subito dopo il parto, sentirai una grande fatica ed il tuo corpo avrà bisogno di recuperare energie: la permanenza nel reparto maternità è in media di 5 giorni, che ti saranno utili per farti aiutare dalle infermiere e per riposarti. Il tuo stato di salute verrà tenuto costantemente sotto controllo e sarai seguita minuto per minuto.

- per prima cosa verrà analizzato lo stato di benessere generale, eventuali perdite di sangue (lochiazione) e la funzione intestinale

- successivamente si procederà ad esaminare le condizioni di mammelle, capezzoli (che dovranno essere in grado di sopportare l'allattamento ed eventuali tiralatte) ed utero; si controlla la sutura e si rilevano temperatura, frequenza cardiaca e pressione arteriosa

- in caso di abbondante perdita di sangue durante il parto, viene misurata la concentrazione di emoglobina nei globuli rossi

- infine il medico si accerterà che non vi siano sintomi come febbre, dolore durante l’emissione di urina, vertigini, affanno, dolori al torace e ansia eccessiva

Dopo tutto questo, finalmente potrai stare con il tuo bambino e ricevere visite di parenti ed amici; anche se queste ti faranno senza dubbio piacere, non esagerare e approfittane per riposarti e passare dei momenti da sola con il tuo bambino Il rientro a casa avviene fin troppo presto e a breve potrai già portarlo a spasso con il suo passeggino!

martedì 14 luglio 2009

La febbre del bambino: i rimedi e i consigli per affrontarla

Quando un bambino ha la febbre la mamma e il papà si fanno spesso prendere dal panico e da preoccupazioni eccessive. La febbre è una reazione naturale che l’organismo mette in atto quando viene attaccato da virus o batteri. L’aumento della temperatura corporea, che normalmente non dovrebbe superare i 37°C, impedisce ai germi di crescere e di svilupparsi, aumentando l’efficienza del sistema immunitario. Quindi se un bimbo manifesta un aumento di temperatura non c’è motivo di allarmarsi: il suo sistema immunitario sta cercando di difendersi dall’attacco di malattie e il più delle volte ci riesce benissimo nel giro di poche ore o di pochi giorni. Non sempre quindi la febbre richiede una visita dal pediatra, a meno che non sia particolarmente alta, non duri più di due giorni e non sia accompagnata da altri sintomi preoccupanti quali difficoltà respiratorie, alterazione dello stato di coscienza e convulsioni.

Come misurarla

In commercio ci sono diversi tipi di termometro, ma alcuni sono particolarmente adatti alla misurazione della febbre del bambino. Se si usa il classico termometro di vetro è consigliabile acquistare un modello dotato di rivestimento nella zona più delicata, cioè quella tra il bulbo e la colonnina di vetro. Questo tipo di termometro infatti, pur essendo abbastanza veloce e preciso, ha il limite di non essere infrangibile e di andare quindi incontro a rotture accidentali. Diverso è invece il discorso per il termometro digitale elettronico a cristalli liquidi, sicuro e resistente anche in caso di caduta. Il termometro di vetro e quello digitale sono comunque entrambi molto precisi, adatti ai bambini e non molto costosi. Decisamente più costosi e non sempre precisi sono invece il termometro auricolare, quello cutaneo e quello a raggi infrarossi.

Per ottenere un risultato il più possibile preciso è consigliabile effettuare una misurazione rettale (specialmente se il bimbo è molto piccolo) o ascellare (se il bambino è un po’ più grandicello) e comunque acquistare uno specifico termometro per bambini. A seconda della modalità di misurazione e del tipo di termometro utilizzato cambia anche la modalità di lettura del risultato: dalla temperatura rettale e da quella auricolare vanno infatti sottratte cinque linee, cioè 0,5°C.

Cosa fare per abbassarla

Se la febbre del bambino è superiore ai 38,5°C ascellari o ai 39°C rettali é di solito necessaria la somministrazione di farmaci antifebbrili. Il farmaco più utilizzato per l’abbassamento della temperatura è il paracetamolo, disponibile sotto forma di sciroppo, bustine e compresse. Le dosi e le modalità della somministrazione dovranno comunque essere consigliate dal pediatra che, in questi casi, è bene consultare. Se invece la temperatura non supera i limiti citati e il bambino non manifesta particolare disagio o sintomi preoccupanti solitamente non è necessaria alcuna terapia medica e la febbre tende a scomparire spontaneamente nel giro di un paio di giorni.
Se non si somministrano farmaci al bimbo, ci sono comunque una serie di rimedi che possono dare sollievo al piccolo ed aiutare il suo corpo a ridurre la temperatura. Il principale consiste certamente nel farlo bere molto per evitare la disidratazione, che solitamente si manifesta attraverso la secchezza delle labbra, la scarsità di urine e la scarsità di lacrime. È possibile riempire il biberon con acqua, latte o succhi di frutta, mentre è da evitare il the. È bene poi evitare di coprire eccessivamente il bambino, cercando di fare in modo che il suo corpo disperda calore. In questi casi è quindi consigliabile vestirlo leggermente e coprirlo con una coperta leggera solo quando ha i brividi.

Pur non essendo strettamente necessario che il bimbo rimanga nel suo lettino è consigliabile fare in modo che non faccia eccessivi sforzi fisici che, oltre ad aumentare ulteriormente la temperatura e quindi il fastidio, diminuiscono l’energia che il corpo ha a disposizione per combattere l’infezione.

Riguardo i rimedi per abbassare la temperatura, spesso si rivelano utili le spugnature con acqua tiepida. Non tutti però sono a conoscenza del fatto che le spugnature vanno fatte soltanto dopo la somministrazione di farmaci antipiretici, altrimenti l’abbassamento della temperatura è solo temporaneo e dopo un po’ il piccolo torna ad avere la febbre. Per fare le spugnature basta mettere dell’acqua tiepida in una bacinella, bagnare una spugna e passarla delicatamente sulla pelle del bambino. Non è consigliabile cimentarsi in altri trattamenti fisici finalizzati all’abbassamento della febbre in quanto questi, oltre ad avere soltanto un effetto temporaneo, possono dare fastidio al piccolo o addirittura risultare dannosi. Attenzione: non effettuare le spugnature con l’alcool! Purtroppo c’è ancora chi crede nell’effetto benefico di questo trattamento ma in realtà l’utilizzo dell’alcool può provocare seri danni se i suoi vapori sono inalati dal bimbo.

martedì 7 luglio 2009

La crescita e lo sviluppo del bambino: alcuni consigli di puericultura

Prendersi cura di un bimbo non è affatto una cosa semplice perché i neonati hanno esigenze particolari e molto diverse da quelli degli adulti. Spesso le neo-mamme si trovano di fronte a mille dubbi su cosa sia giusto e cosa sia sbagliato fare per far si che il piccolo cresca nel modo migliore possibile. È ovvio che in queste situazioni il pediatra rappresenta un punto di riferimento imprescindibile, ma se nonostante le mille raccomandazioni che lui già vi ha fatto qualche particolare vi è sfuggito, ecco alcuni consigli di puericultura.

La cameretta

Per tutelare al massimo la salute del piccolo è bene seguire alcune semplici norme nella manutenzione della cameretta. Innanzitutto c’è da verificare la temperatura, la quale deve sempre essere intorno ai 22° C e comunque non deve essere inferiore ai 20° C. É importante anche regolare l’umidità, il cui valore deve aggirarsi attorno al 50-60%. A tale scopo è utile dotarsi di uno dei tanti umidificatori per bambini che sono in commercio: essendo studiati appositamente per garantire la salute del piccolo, saranno certamente in grado di portare nella cameretta il giusto grado di umidità.
L’ambiente in cui il bambino dorme deve essere sicuro e anche molto accogliente. Essendo abituato ad un ambiente protettivo come l’utero, il piccolo ha bisogno di sentirsi avvolto e protetto. Per questo, almeno per i primi tempi, è consigliabile far dormire il piccolo nella carrozzina, per non farlo sentire perso in un lettino che per lui è già troppo grande.
Il lettino deve ovviamente avere delle sbarre molto alte ed è indispensabile utilizzare un materasso antisoffoco ed antiacaro. È consigliabile che il piccolo dorma sempre di schiena.

Il cordone ombelicale

Un problema con il quale tutte le neo-mamme si vengono a trovare è la cura del cordone ombelicale. Il cordone alla nascita viene reciso a circa 5-10 cm dalla sua inserzione cutanea, avvolto in garza sottile e asciutta, ripiegato verso l’alto e tenuto fermo con una retina elastica. La garza deve essere sostituita giornalmente per un periodo di circa 7-8 giorni, quando il cordone cade spontaneamente. Da quel momento sarà necessario medicare la ferita con acqua ossigenata per almeno 4-5 giorni, fin quando non si sarà rimarginata.

Il Bagnetto

Il primo bagnetto del neonato è consigliabile dopo 8 giorni dalla caduta del cordone ombelicale per evitare infezioni o irritazioni. Successivamente il bagnetto può essere fatto anche tutti i giorni ma sempre in un ambiente caldo, con a acqua a 36-37° C e sempre con saponi neutri. Il piccolo deve essere immerso nell’acqua completamente, ad eccezione della testa che deve essere tenuta sollevata e appoggiata sull'avambraccio sinistro della mamma. La pelle va asciugata con asciugamani morbidi o con accappatoi per bambini. Se dopo il bagnetto si vuole utilizzare del borotalco è consigliabile utilizzare quello sotto forma di crema ed evitare quello in polvere le cui inalazioni potrebbero essere pericolose.

Biberon, Tettarelle e Succhiotti

Tutti gli oggetti che vanno a contatto con la bocca del bambino devono ovviamente essere sempre puliti. Alla fine di ogni pasto è necessario lavarli con cura e, prima del pasto successivo, devono essere sterilizzati. A tale scopo si può utilizzare il classico sistema della bollitura (gli oggetti vanno bolliti per 15-20 minuti), oppure ci si può affidare ad uno dei tanti sterilizzatori in commercio.
Bisogna poi stare attenti a come viene utilizzato il succhiotto. Non è consigliabile infatti mettere miele o zucchero sopra di esso perché questo favorirebbe l’insorgere di carie. È bene inoltre evitare di dare il succhiotto al bambino ogni volta che piange, in quanto si rischia di renderlo dipendente e di rendere difficile il distacco. Inoltre il ciuccio dovrebbe essere utilizzato soltanto nei primissimi anni di vita in quando l’ uso prolungato può portare a deformazioni del palato.

Le passeggiate e i viaggi

Un bel giretto sulla carrozzina o sul passeggino fa bene alla salute del piccolo che ne avrebbe bisogno anche quotidianamente. Il bimbo deve fare le sue passeggiate in luoghi verdi e lontani dal traffico cittadino, in modo da poter respirare aria pulita. Nei primi mesi di vita andrebbero invece evitati i viaggi lunghi, che superano i tempi di intervallo tra un pasto e l’altro, specialmente se non si è in condizione di poter alimentare il piccolo. In caso di necessità, è preferibile viaggiare nelle ore meno calde in quanto il corpo del bimbo ha una scarsa capacità di adattamento alle temperature esterne.

Questi sono i consigli di Bimbomarket, voi ne avete degli altri?

mercoledì 1 luglio 2009

Gravidanza a rischio: cause e prevenzione

La gravidanza è senza dubbio uno dei periodi più belli per la futura mamma, la quale porta dentro di sé una piccola vita che le regalerà gioie ed emozioni.
Sfortunatamente, bisogna però tener presente che nel corso di questo periodo possono insorgere delle complicazioni che potrebbero trasformarla in una gravidanza a rischio.
Ciò significa che emergeranno condizioni patologiche reali o potenziali che potranno compromettere la salute o lo vita della mamma, del bambino o di entrambi.

I fattori di rischio

I fattori che caratterizzano una gravidanza a rischio sono molteplici, approfondiamoli nel dettaglio:

- età della madre: una ragazza minore di 15 anni corre il rischio di sviluppare la preeclampsia (aumento della pressione arteriosa, proteine nelle urine, ritenzione idrica durante la gravidanza) e la eclampsia (convulsioni dovute alla preeclampsia); così come una donna maggiore di 35 anni potrebbe incorrere in rischi come aumento della pressione arteriosa, diabete gestazionale, complicazioni durante il parto o causate dall'anestesia, fibromi o sviluppo di anomalie cromosomiche (come la sindrome di Down)

- peso/altezza della madre: se la madre pesa meno di 45 Kg, il nascituro può nascere sottopeso, mentre se soffre di obesità, il bambino potrebbe essere troppo grande e la madre soffrirebbe quindi di diabete gestazionale. Anche l’altezza è importante, infatti se la donna è alta meno di 1,60 cm, potrebbe avere un parto prematuro in quanto la pelvi è troppo piccola

- RH sanguigno: se la madre e il feto sono RH negativo, non ci sarà nessun problema durante la prima gravidanza. Se, però, anche la seconda gravidanza è RH negativo, alla madre devono essere somministrati anticorpi anti RH affinché non ci siano problemi di emolisi (distruzione dei globuli rossi del sangue) e di aborto

- alterazioni strutturali dell’apparato genitale: anomalie nelle ovaie o nell'utero possono provocare l'aborto; anche i fibromi (tumori benigni uterini) possono causare parti prematuri, presentazione anormale del feto o complicazioni durante il parto

- malattie materne: malattie come l'ipertensione arteriosa, malattie renali, diabete, cardiopatie, disturbi alla tiroide o nella coagulazione, malattie autoimmuni o respiratorie, possono causare problemi durante la gravidanza e il parto

- fattori e sostanze teratogene: queste sostanze interferiscono nel normale sviluppo del feto, causando certe anomalie. Ad esempio, troviamo le radiazioni (raggi X, UVA, UVB), infezioni (rosolia, varicella, sifilide, toxoplasmosi), malattie materne come il diabete, l’assunzione di alcuni farmaci ed infine alcol e droghe

- distacco della placenta: può verificarsi quando la placenta stessa, normalmente impiantata, inizia a staccarsi dalla parete dell’utero. La causa è sconosciuta, nonostante sia associata alle malattie ipertensiva, cardiovascolare o reumatoide e, in particolar modo, all'uso di droghe.

Calcolo del rischio

Per cercare di calcolare se una gravidanza è a rischio, è bene effettuare un’anamnesi familiare e tener conto di fattori come l’età della donna, le precedenti gravidanze se ce ne sono state, la presenza di malattie o di anomalie del tratto genitale o ancora, non meno importanti, la componente emotiva e l’ambiente familiare/sociale circostante.
Identificare precocemente una gravidanza a rischio, quindi, è importantissimo in quanto permette di intervenite tempestivamente, tranquillizzare la futura mamma e offrire al medico indicazioni precise per programmare eventuali interventi da attuare durante la gravidanza e al momento del parto.

Condotta

Come dobbiamo comportarci se ci viene diagnosticata una gravidanza a rischio?
Se il rischio è basso, sarà sufficiente attenersi rigidamente a tutti i controlli che il medico riterrà necessari e con una certa frequenza; al contrario, se è alto, la soluzione migliore è senza dubbio il ricovero, grazie al quale sarà possibile monitorare continuamente lo svolgimento della gravidanza grazie ad un’équipe composta da ostetrici, neonatologi, anestesisti e specialisti.

Prevenzione

Alcune condizioni di rischio possono essere indubbiamente limitate grazie a piccoli gesti e ad una buona prevenzione:

- prima della gravidanza: basterà effettuare degli esami per verificare la possibile presenza di malattie ereditarie, anomalie cromosomiche o mutazioni genetiche; o ancora tenere sotto controllo patologie come diabete o ipertensione.
- dopo la gravidanza: è consigliabile affidarsi alla costante consulenza di un medico e a tutti i controlli da lui consigliati; inoltre basterà migliorare la propria qualità della vita, come bere poco caffè, evitare fumo e alcool, mangiare sano ed evitare sforzi fisici.