martedì 5 maggio 2009

Quando togliere il ciuccio?

Le mamme e i papà sanno bene che il ciuccio è un oggetto su cui il bambino, nei primi mesi di vita ma anche in seguito, concentra gran parte del suo interesse. Il motivo è semplice: succhiare soddisfa un bisogno primario, ovvero quello della nutrizione, ed è un antidoto alla paura e al senso di solitudine, sensazioni molto comuni sia nel lattante sia nel bambino più grande.
I ciucci, richiamando la forma del capezzolo materno, permettono al piccolo, quando la mamma è assente, di calmarsi e auto consolarsi, rappresentando quindi un valido aiuto psicologico in sostituzione della figura materna. Questi gli effetti positivi del Succhietto:
1. Concilia il sonno;
2. Aiuta a scaricare la tensione;
3. Fa sentire sicuro e protetto il piccolo essendo sempre a portata di mano;
4. Dà piacere: nel periodo che va dalla nascita ai due anni di vita (definito dagli psicologi come "fase orale") la bocca rappresenta una fonte primaria di piacere e l’atto del succhiare rappresenta un metodo di esplorazione del mondo.
5. Utilizzando una tettarella piatta si uniforma al palato, si minimizzerà il rischio di deformarlo.
Arriva però un momento nella vita di ogni bambino, in cui è opportuno abbandonare il ciuccio che solitamente viene abbandonato spontaneamente tra i 2 e i 3 anni di vita (di solito entro i quattro anni), ovvero quando il piccolo diventa più sicuro di sé ed autonomo, ma è impossibile stabilire il momento ideale per togliere il ciuccio, perché varia da bambino a bambino. In ogni caso, non deve essere un’interruzione improvvisa, perché così facendo si ottiene il risultato opposto: il bimbo sarà ossessionato dall’idea di aver perso un oggetto per lui importantissimo e ripiegherà l’assenza del ciuccio con il pollice.
Consigli per un distacco progressivoIl primo consiglio è quello di essere comprensivi e molto pazienti, evitando fretta e intransigenza. Una buona tattica consiste nel mostrare al bimbo una scatolina o un astuccio in cui intendiamo conservare il ciuccio al fine di utilizzarlo solo in alcuni momenti. Da quel momento gli daremo il ciuccio solo dietro una sua precisa richiesta (per esempio prima della nanna). Altra tattica è quella di proporre al bimbo di regalare il ciuccio al suo peluche preferito, che ne ha più bisogno di lui perché è ancora piccolo. Un’altra tattica, più incisiva delle precedenti, è quella di associare il distacco dal succhie tto a un vero e proprio rituale, come ad esempio gettarlo nel mare, in un lago o in un fiume, oppure regalarlo a qualcuno come se fosse il dono più importante. Altra tattica è quella di cercare di limitarne l'uso a situazioni particolari (ad esempio quando la mamma non c’è) e spostare l'attenzione dei piccoli su qualche attività che con il ciuccio non possano fare (ad esempio cantare). A prescindere dalla tattica utilizzata, l’errore da evitare è concentrare troppo l'attenzione sul "problema ciuccio", anche perché l'abbandono del ciuccio deve avvenire solo quando i bambini si sentono pronti psicologicamente per non indurli per ripiego a succhiare il pollice, con conseguenze negative per il palato e la dentatura.

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