mercoledì 20 maggio 2009

Il Rooming-in

Subito dopo la nascita, madre e bambino vengono spesso separati, non tenendo in considerazione che la maggior parte delle interazioni che influenzeranno il neonato è in stretta relazione al tempo che trascorrerà con la propria mamma.
Infatti, un contatto precoce fra una mamma ed il suo bambino, influenzerà positivamente il rapporto mamma-neonato, il processo di attaccamento, il successo dell’allattamento al seno e soprattutto aumenterà la capacità di affrontare situazioni stressanti.
La mamma, inoltre, con i suoi batteri, permetterà una colonizzazione batterica utile al bambino per difendersi da eventuali malattie.

Cos’è il Rooming-in?

Con il termine Rooming-in, si intende la possibilità che si dà alla mamma, dopo il parto, di poter stare insieme al suo bambino nella stessa stanza per il periodo di tempo più lungo possibile durante la giornata (quindi sia di giorno che di notte), a partire dal momento in cui la madre risulti in grado di rispondere alle esigenze del suo bambino.
Ovviamente, gli unici momenti in cui madre e neonato vengono separati, sono quelli strettamente necessari alle procedure assistenziali da parte del personale medico e/o infermieristico, i quali hanno l’importante compito di non essere troppo invadenti e lasciar quindi esprimere a mamma e bambino le loro innate risorse per affrontare insieme i primi momenti di intimità dopo il parto.

E' importantissimo che la madre venga sostenuta e guidata dal personale infermieristico, sempre con moltissima discrezione, nella presa in carico del bambino, specie nei casi in cui le condizioni personali e/o cliniche materne e del bambino, non le permettano una precoce gestione autonoma del figlio.
Secondo un'accezione allargata di Rooming-in, si possono includere nella stessa stanza anche il padre ed altri membri della famiglia; in questo modo, quando la madre non è disponibile, il padre od un altro strettissimo familiare, può occuparsi della cura del neonato.

Aspetti positivi

Indubbiamente il Rooming-in consente di dar seguito a quella stretta unione, una simbiosi durata 9 mesi, di cui non solo il bambino ma anche la mamma hanno bisogno per entrare in contatto fin da subito e a lungo.

Inoltre accudire da vicino e il prima possibile il proprio figlio, significa prendere subito confidenza con i piccoli problemi quotidiani (suzione, allattamento, cambio pannolino, etc.) e risolverli quindi con maggiore facilità, anche grazie al personale infermieristico ed ostetrico che risponde alle richieste della mamma stessa.

Un'altra caratteristica positiva del Rooming-in è quella di poter contare sulla capacità materna di rilevare precocemente nel neonato le manifestazioni proprie dei comuni disturbi dell'adattamento neonatale e segni di allarme di eventuali patologie. In questo modo, infatti, si potrà tempestivamente intervenire.

Infine, il Rooming-in viene suggerito come modello organizzativo valido a promuovere l'allattamento al seno, in quanto sono favorite le poppate a “vera domanda” (ovvero quelle di cui il neonato ha realmente bisogno), riducendo il bisogno di eventuali supplementi di liquidi diversi dal latte materno, potendo inoltre rappresentare un'utile periodo di profonda conoscenza fra madre e neonato.

Quanto deve durare il Rooming-in?

Ogni mamma è libera di scegliere se praticare e quanto deve durare il Rooming-in; infatti, non esistono regole, né imposizioni da parte del personale sanitario.
Certamente, però, per il neonato è provato scientificamente che più tempo passa con la sua mamma e meno viene confuso da stimoli sensoriali diversi: basti pensare infatti che ogni bambino alla nascita ha, ad esempio, un olfatto molto sviluppato (riconosce l’odore della mamma e del latte materno) ed ha un campo visivo ristretto a 20/30 centimetri, che è la distanza tra gli occhi della madre e quelli del bambino quando questi è attaccato al seno.

Il “nido aperto”: una valida alternativa

Una buona alternativa alla pratica del Rooming-in consiste nel nido aperto: i locali della nursery diventano accessibili in qualsiasi momento alla mamma e al papà, diventando un luogo ideale per il contatto prolungato tra genitori e neonato.
Il nido aperto permette di acquisire, con l'aiuto del personale medico ed infermieristico, esperienza e pratica nella gestione del proprio neonato (igiene, medicazione del cordone ombelicale, allattamento). Presenta il vantaggio di consentire alla madre, quando lo desidera, alcuni momenti da dedicare al riposo e alla propria famiglia.

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