martedì 23 febbraio 2010

Papà in sala parto: si o no?

Per molte future mamme, la scelta è ovvia: sarà il loro compagno ad assistere al travaglio e al parto.
Per altre, invece, la decisione non è così scontata, in quanto fattori come il rapporto di coppia, la conoscenza culturale della gravidanza o semplici difficoltà di organizzazione da parte della struttura nella quale si è deciso di partorire, fanno si che il partner resti in sala d’attesa.
Inoltre, non è detto che il papà sia sempre lo "spettatore" ideale, in quanto ciò che conta è avere accanto una persona di fiducia, che faccia sentire a proprio agio e soprattutto capisca la delicatezza del momento.

Al giorno d’oggi, comunque, sono sempre di più i futuri papà che assistono la loro compagna, a tal punto che la loro presenza e collaborazione in sala parto è altamente sollecitata e consigliata dal personale stesso, in quanto infonde sicurezza e serenità nelle loro partner in un momento in cui ci si può sentire molto fragili.

Ma come può il compagno aiutare la donna in questa situazione così delicata?

Sostegno emotivo

Se il rapporto di coppia è armonioso e sereno, anche la semplice presenza del partner è molto importante per la mamma che sta per dare alla luce il loro bimbo.
Il parto, infatti, è solamente l’ultima tappa di un lungo percorso condiviso da entrambi, che parte dalla scelta di diventare genitori, al test di gravidanza e passando per tutti i nove mesi di attesa.

Quindi è importante che il papà sia consapevole del fatto che, nel corso del travaglio, anche un semplice abbraccio può risultare utile più di mille parole, senza dover necessariamente compiere chissà quale gesto; questo perché spesso, inconsciamente, può sentirsi in colpa per il dolore che prova la compagna e per il fatto di non poterlo condividere, oppure può avvertire un senso di esclusione rispetto a ciò che sta vivendo lei.
Di conseguenza fa fatica a capire che, a volte, è sufficiente la sola vicinanza fisica per dare forza alla sua donna. Tuttavia, se nella coppia si è creata un’intesa o una profonda confidenza, bastano pochi cenni o uno sguardo per stabilire una comunicazione fra loro.

Sostegno pratico

Oltre al sostegno e all’assistenza emotiva, il futuro papà può offrire sollievo alla sua partner anche in altri modi più pratici e concreti, trasformandosi in questo modo da semplice spettatore ad un componente attivo dello staff.
Infatti esistono moltissimi gesti, piccoli e semplici, che possono aiutare la donna ad affrontare il travaglio più serenamente.

Scopriamo insieme quali sono:
- eseguire dei piccoli massaggi sulla schiena per attenuare la tensione ed il dolore delle contrazioni
- aiutarla ad alzarsi o a cambiare posizione
- offrirle qualche caramella o spuntino utili per recuperare energia
- rinfrescarle il viso, inumidirle le labbra o darle un po’ d’acqua
- durante il parto, può sorreggerle il capo nella fase espulsiva
- dopo il parto può aiutare la neo-mamma nel cambio dei pannolini del neonato od assisterla nelle prime fasi dell’allattamento

Una scelta ragionata

Diventare papà è un’esperienza molto forte e se l’uomo decide di partecipare attivamente a questo momento meraviglioso, deve essere consapevole che quello sarà uno degli eventi più importanti della sua vita; se però non dovesse sentirsela o se la futura mamma non fosse completamente d’accordo, è meglio non forzare.
Infatti è fondamentale che la decisione di assistere al parto sia presa in perfetta sintonia dalla coppia, tenendo in considerazione le necessità di entrambi e ricordando che si avrà una vita intera per godere appieno di tutti i momenti meravigliosi che un figlio può regalare, dai primi abbracci al primo bagnetto, dalle prime uscite con il passeggino alle prime parole.


Mamme, siete favorevoli o contrarie a farvi assistere dal vostro partner durante il parto? Coloro che invece hanno già dato alla luce il proprio bambino, quale scelta avete effettuato e come vi siete trovate?

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