Sfortunatamente, bisogna però tener presente che nel corso di questo periodo possono insorgere delle complicazioni che potrebbero trasformarla in una gravidanza a rischio.
Ciò significa che emergeranno condizioni patologiche reali o potenziali che potranno compromettere la salute o lo vita della mamma, del bambino o di entrambi.
I fattori di rischio
I fattori che caratterizzano una gravidanza a rischio sono molteplici, approfondiamoli nel dettaglio:

- peso/altezza della madre: se la madre pesa meno di 45 Kg, il nascituro può nascere sottopeso, mentre se soffre di obesità, il bambino potrebbe essere troppo grande e la madre soffrirebbe quindi di diabete gestazionale. Anche l’altezza è importante, infatti se la donna è alta meno di 1,60 cm, potrebbe avere un parto prematuro in quanto la pelvi è troppo piccola
- RH sanguigno: se la madre e il feto sono RH negativo, non ci sarà nessun problema durante la prima gravidanza. Se, però, anche la seconda gravidanza è RH negativo, alla madre devono essere somministrati anticorpi anti RH affinché non ci siano problemi di emolisi (distruzione dei globuli rossi del sangue) e di aborto
- alterazioni strutturali dell’apparato genitale: anomalie nelle ovaie o nell'utero possono provocare l'aborto; anche i fibromi (tumori benigni uterini) possono causare parti prematuri, presentazione anormale del feto o complicazioni durante il parto
- malattie materne: malattie come l'ipertensione arteriosa, malattie renali, diabete, cardiopatie, disturbi alla tiroide o nella coagulazione, malattie autoimmuni o respiratorie, possono causare problemi durante la gravidanza e il parto
- fattori e sostanze teratogene: queste sostanze interferiscono nel normale sviluppo del feto, causando certe anomalie. Ad esempio, troviamo le radiazioni (raggi X, UVA, UVB), infezioni (rosolia, varicella, sifilide, toxoplasmosi), malattie materne come il diabete, l’assunzione di alcuni farmaci ed infine alcol e droghe
- distacco della placenta: può verificarsi quando la placenta stessa, normalmente impiantata, inizia a staccarsi dalla parete dell’utero. La causa è sconosciuta, nonostante sia associata alle malattie ipertensiva, cardiovascolare o reumatoide e, in particolar modo, all'uso di droghe.
Calcolo del rischio
Per cercare di calcolare se una gravidanza è a rischio, è bene effettuare un’anamnesi familiare e tener conto di fattori come l’età della donna, le precedenti gravidanze se ce ne sono state, la presenza di malattie o di anomalie del tratto genitale o ancora, non meno importanti, la componente emotiva e l’ambiente familiare/sociale circostante.
Identificare precocemente una gravidanza a rischio, quindi, è importantissimo in quanto permette di intervenite tempestivamente, tranquillizzare la futura mamma e offrire al medico indicazioni precise per programmare eventuali interventi da attuare durante la gravidanza e al momento del parto.
Condotta
Come dobbiamo comportarci se ci viene diagnosticata una gravidanza a rischio?
Se il rischio è basso, sarà sufficiente attenersi rigidamente a tutti i controlli che il medico riterrà necessari e con una certa frequenza; al contrario, se è alto, la soluzione migliore è senza dubbio il ricovero, grazie al quale sarà possibile monitorare continuamente lo svolgimento della gravidanza grazie ad un’équipe composta da ostetrici, neonatologi, anestesisti e specialisti.
Prevenzione
Alcune condizioni di rischio possono essere indubbiamente limitate grazie a piccoli gesti e ad una buona prevenzione:
- prima della gravidanza: basterà effettuare degli esami per verificare la possibile presenza di malattie ereditarie, anomalie cromosomiche o mutazioni genetiche; o ancora tenere sotto controllo patologie come diabete o ipertensione.
- dopo la gravidanza: è consigliabile affidarsi alla costante consulenza di un medico e a tutti i controlli da lui consigliati; inoltre basterà migliorare la propria qualità della vita, come bere poco caffè, evitare fumo e alcool, mangiare sano ed evitare sforzi fisici.
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